Google dedica il doodle (versione modificata del logo che viene visualizzata sulla home page di Google in occasione di particolari eventi e ricorrenze) del 10 dicembre 2012 alla celebrazione di Ada Lovelace, nel 197° anniversario della nascita. Chi era Ada Lovelace?
Ada era figlia di Lord Byron, grande poeta inglese dell’Ottocento, ma – questo il motivo dell’interesse di Google- si deve a lei il primo algoritmo, una sorta di programma per computer prima dell’invenzione stessa del computer!
Augusta Ada Byron (questo era il suo nome di battesimo) fu una matematica e si distinse soprattutto nell’elaborazione dei modelli analitici della “macchina di Babbage”, ideata da Charles Babbage.
Ada conobbe appena il padre poeta, che morì quando lei aveva appena 9 anni, ma ebbe sicuramente molta importanza nella sua formazione la madre Anne Isabella Milbanke, anch’essa matematica. La macchina di Babbage, in realtà, non venne mai veramente costruita, ma restano gli appunti di Ada Lovelace (il cognome deriva dal matrimonio con William King, Conte di Lovelace) nei quali è contenuto il primo algoritmo della storia.
Charles Babbage rimase molto colpito dal genio di Lady Lovelace, tanto da definirla “Incantatrice dei numeri” e così si rivolse a lei in una lettera del 1843: “Incantatrice dei numeri, dimentichi questo mondo e tutti i suoi guai e se è possibile, con tutti i suoi numerosissimi ciarlatani perché ogni cosa ha una breve durata”
Ada Lovelace morì, purtroppo, molto giovane a soli 36 anni a causa di un cancro uterino.
Nel 1979 il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America volle onorare la memoria di Ada Lovelace chiamando “Ada” il linguaggio di programmazione universale da utilizzare. Ada era una sintesi dei linguaggi di programmazione allora esistenti.
Da allora abbiamo fatto enormi passi avanti, ma fu proprio la giovane matematica Ada Lovelace a far sì che tutto potesse avere inizio. La scelta di Google di dedicarle il doodle di oggi è dunque un doveroso omaggio alla scienziata, alla donna e a tutto quello che da allora è stato realizzato, nel mondo virtuale, ma anche in quello reale.
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