Edward Snowden, così si chiama l’ormai ex analista della National Security Agency che con le sue rivelazioni ha scatenato una vera e propria tempesta mediatica sull’amministrazione Obama e che ha gettato un’ombra oscura sulla violabilità della privacy on line.
Il giovane 29enne si rivela al mondo intero, e da Hong Kong, ci racconta la sua verità: “l’ho fatto per informare il pubblico di ciò che viene fatto in suo nome è quanto viene fatto contro di loro” e aggiunge “so che subirò le conseguenze delle mie azioni, ma sarò soddisfatto se l’insieme delle leggi segrete, e i travolgenti poteri esecutivi che dominano il mondo che amo, saranno rivelati al pubblico anche solo per un istante.”
Naturalmente il fatto che abbia scelto la Cina come meta “di fuga” desta qualche legittimo sospetto ai vertici del governo USA, soprattutto perché le rivelazioni sul progetto PRISM sono state rilasciate proprio durante lo svolgimento in California di un vertice diplomatico tra il presidente degli Stati Uniti Obama, e il leader cinese Xi Jinping, dove uno degli argomenti più scottanti ed imbarazzanti per la Cina era proprio lo spionaggio informatico perpetrato a danno degli USA da sedicenti hacker cinesi.
Ma Snowden giustifica la sua scelta così: “Ho scelto questo paese perché ha un forte impegno a favore della libertà di parola (?) e a tutela del dissenso politico” e ancora “Non voglio vivere in una società che fa questo tipo di cose“.
Se sia stata la Cina a pagarlo, o se abbia agito per coscienza, poco cambia la sostanza delle sue dichiarazioni esplosive.
Oltre ad Obama infatti, lo scandalo coinvolge molti grandi nomi del web, che non avranno certo un buon ritorno d’immagine da questa storia.
Non possiamo fare altro che aspettare ulteriori sviluppi di questa spy story, che con il passare delle ore assume contorni sempre più sfocati, tra intrighi internazionali, nuovi imperialismi e vecchi rancori.
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