Il rover curiosity si è impallato: ha un Hard Disk in avaria e per questo è scattata la modalità provvisoria mentre i tecnici della Nasa, da Pasadena, risolvono il problema.
Curiosity fermo in modalità provvisoria su Marte.
Si potrebbe definire la rivincita della modalità provvisoria quella che ha colpito Curiosity, il rover che sta passeggiando su marte prelevando dei campioni di terra per analizzarli ed inviare i risultati a noi terrestri. Alla notizia divulgata dalla Nasa, ci siamo sentiti tutti un pò meno soli e meno bersagliati dalle funeste conseguenze che possono colpire tutti noi, quando usiamo un computer. Anche una delle più sofisticate attrezzature mai concepite dall’uomo, ogni tanto va in crash.
Cosa è successo? Curiosity è dotato di due computer ridondanti, in pratica fanno entrambi le stesse cose solo che uno è il principale (lo chiameremo A) mentre il secondo (lo chiameremo B) è il backup, in caso il primo vada in avaria. Cosa che è accaduta alle 2.30 del 28 febbraio quando, uno degli hard disk del computer A è andato in avaria ed immediatente è scattata la modalità provvisoria con il computer B che ha preso il comando in attesa che dal centro di controllo della missione Marte i tecnici disimpallino il computer A.
Per ora le attività ordinarie sono tutte sospese, Curiosity è in safe mode e quindi ha attivo solo il collegamento con il Jet Propulsion Laboratory della Nasa ovvero la squadra che si occupa della missione Curiosity. Le analisi del terreno, l’invio di immagini e dati dal pianeta rosso, sono tutte sospese in attesa che il computer A venga riavviato, un pò come quelli di noi comuni mortali, quando decidono che è arrivato il momento di prendersi un momento di riposo.
Secondo la Nasa il computer A di Curiosity dovrebbe tornare ad essere operativo nell’arco di pochi giorni, nel frattempo il rover che è arrivato veramente là dove nessun uomo è mai giunto prima, si prende un momento di pausa per rifiatare e riavviarsi, prima di tornare ad ingerire ed analizzare campioni di terreno per noi terrestri.
Possiamo solo immaginare le imprecazioni lanciate contro un crash del sistema, anche da milioni di chilometri di distanza (più o meno 56 a seconda delle congiunture astrali) dove la modalità provvisoria si è presa una sonora rivincita.
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