Non ha dubbi il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta: “Aboliremo le Province, lo faremo domani. La Giunta approverà una proposta di legge… saremo la prima regione d’Italia che le abolirà per fare i liberi consorzi di Comuni”.
La decisione arriva dopo le tensioni tra il Presidente e il gruppo dei parlamentari regionali del MoVimento 5 Stelle che, pur non facendo parte della maggioranza di governo (Crocetta guida un governo di minoranza sostenuto da PD, UDC e liste minori) votano favorevolmente le proposte di legge ritenute compatibili con il proprio programma.
A maggio 2013 erano infatti previste le nuove elezioni provinciali in Sicilia, ma i 15 parlamentari regionali 5 stelle chiedevano a gran voce l’annullamento della tornata elettorale in funzione dell’abolizione delle province.
Rosario Crocetta aveva inizialmente rinviato di un anno le elezioni, per cercare una soluzione alla questione. Oggi l’annuncio. Entro 24 ore la Giunta Regionale Siciliana varerà una proposta di Legge, che certamente troverà l’appoggio nell’Assemblea Regionale Siciliana dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle, per abolire da subito le nove province dell’isola.
“Inutili stipendifici”. Così Rosario Crocetta ha definito le province oggi durante la sua partecipazione a “L’Arena” di Massimo Giletti.
Le nove province siciliane (Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Siracusa, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Trapani) costano 700 milioni di euro all’anno. Una montagna di soldi. Fine della corsa politica quindi per circa 350 amministratori, alcuni dei quali particolarmente ben retribuiti.
Gli stipendi dei Presidenti delle Province percepiscono infatti cifre che suonano come un vero e proprio schiaffo, soprattutto se raffrontate a quelle degli stipendi di tanti giovani.
Il presidente della Provincia di Palermo, per esempio, incassa 8.459 euro al mese, il vice 6.334, gli assessori prendono 5.948 euro. I consiglieri poco più di 2.500 euro.
Poi ci sono le consulenze esterne: nel 2011 ben 4 milioni di euro di spesa.
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