Possiamo affermare che dal 2008 ad oggi i nostri media non fanno altro che parlarci di crisi. Ma siamo sicuri che sia una condizione reale e non uno strumento per manipolare la nostra mente?
Oggi come oggi, la manipolazione di massa è considerata una scienza e una tecnologia nella quale si investono moltissimi soldi rispetto ad altri campi della psicologia.
Gli strumenti per la manipolazione sono diversi. Ad esempio i media hanno un ruolo molto importante ai fini della governabilità, soprattutto nelle società basate sul consenso: attraverso le “informazioni” che trasmettono influenzano la psiche, i gusti e le decisioni quotidiane di ognuno di noi.
Possiamo definire la crisi come mezzo di manipolazione globale? Si. Perché? Perché le considerazioni che abbiamo sono comuni a tutti noi. Ovvero, quando uno pensa alla crisi le prime cose che vengono in mente sono: futuro incerto, rischio di povertà, instabilità, regressione etc. Da un punto di vista emotivo proviamo paura. Se la massa percepisce costantemente una situazione di minaccia il successo è assicurato! Un buon manipolatore lo sa bene.
Ai media viene lasciato il compito di bombardarci di immagini che accrescono il nostro senso di insicurezza. Il paese viene descritto come un luogo insicuro. Questa considerazione ci sta spingendo sempre di più verso politiche repressive e di sicurezza e al leader è assegnato il ruolo di “salvatore” in nome della concretezza e dell’efficienza.
Tutto questo accade mentre noi manteniamo la libertà di scelta…
“Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo” Johann Wolfgang von Goethe
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