Il criminale nazista Ladislaus Csizsik-Csatary ritrovato a Budapest in Ungheria, da due giornalisti del Sun.
Ladislaus Csizsik-Csatary, un uomo di 97 anni, criminale di guerra, il criminale nazista più ricercato al mondo, accusato di complicità nella morte di 15.700 ebrei durante la seconda guerra mondiale, è stato ritrovato da due giornalisti inglesi del giornale The Sun che hanno suonato alla sua porta.
L’informazione, apparsa ieri domenica 15 luglio, è confermata da Efraim Zuroff, direttore del centro Simon-Wiesenthal in Israele, una ONG molto attiva nella caccia ai criminali nazisti, che spesso si è avvalsa della collaborazione dei giornalisti del Sun.
Questa è la quarta volta che The Sun partecipa con il Centro israeliano per far pressione sulle autorità, lente ad agire e ad attivarsi nella ricerca di un criminale nazista.
Ladislaus Csizsik-Csatary, accusato di aver organizzato la deportazione a Auschwitz di 15.700 ebrei nella primavera del 1944, responsabile di orribili crudeltà nei confronti degli ebrei del ghetto di Kosice e condannato a morte in contumacia nel 1948 in Cecoslovacchia era fuggito in Canada alla fine della guerra.
Qui, il criminale nazista si era ricostruito una vita come mercante d’arte e sotto falsa identità. Scoperto nel 1997, era riuscito a fuggire prima che le autorità riuscissero a montare un dossier per poi arrestarlo.
Scomparso, apparentemente nel nulla, rimane introvabile fino allo scorso anno, al 2011, quando grazie a una segnalazione, rimasta anonima, al Centro Simon- Wiesenthal, se ne ritrovano le tracce a Budapest.
L’ufficio del Pubblico ministero di Budapest, nel settembre 2011 è messo al corrente della notizia, ma evidentemente l’inchiesta si muove a passo di tartaruga perché nessuno sembra andare in cerca di Ladislaus Csizsik-Csatary. La scorsa settimana il Centro Simon- Wiesenthal invia nuove prove alla giustizia, nuove prove per rinforzare le già esistenti e pesanti contro il criminale nazista.
Silenzio… fin tanto che i due giornalisti inglesi bussano alla sua porta.
L’uomo che si esprimeva con un forte accento canadese, che ha confermato la sua identità e che i due giornalisti hanno potuto fotografare e filmare si è però rifiutato di dare spiegazione dei suoi atti e ha loro sbattuto la porta in faccia.
Oggi 16 luglio non è chiaro se il criminale nazista sia ancora nel suo alloggio o se sia nuovamente scomparso.
Sempre oggi 16 luglio, in Francia, si ricorda a settant’anni di distanza e si commemora la retata del “velodromo d’inverno”, la cosiddetta raffle du Vel d’hiv, che portò all’arresto e alla deportazione di circa 13000 ebrei.
La più grande retata di ebrei, realizzata dalla polizia francese, una pagina scura della storia della Francia, di cui un’inchiesta rivela come tantissimi giovani e non solo ignorino l’avvenimento, è ricordata anche con una mostra nella Mairie del III° arrondissement di Parigi( 2, rue Eugène-Spueller- expo dal 16 luglio al 15 settembre 2012).
La retata prende il nome dal Velodromo d’inverno, uno stadio vicino alla Senna (nel XV arrondissement) dove 8160 ebrei stranieri rastrellati tra il 16- e 17 luglio 1942 furono rinchiusi, ammonticchiati e lasciati senza cibo né acqua, dalle autorità francesi che avevano assecondato le richieste dell’occupante tedesco che domandava 24.000 ebrei.
Qui rimasero in attesa fin tanto che insieme ad altri, in un totale di 13.152 furono deportati in campo di concentramento.
Di loro meno di cento, tra cui nessun bambino, sopravvissero
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