L’Italia del 2013, appena uscita da elezioni che, come era largamente prevedibile dopo la decisione di non cambiare la peggior legge elettorale della sua storia, ha riscoperto improvvisamente un grande amore per la propria Costituzione.
Costituzione: chi la legge, chi la interpreta, chi la viola. I doppi incarichi
Si tratta di un vezzo tipicamente italiano, purtroppo. Terra di santi, poeti, navigatori, ma soprattutto di tuttologi. In vista dei Mondiali di calcio anche i meno interessati allo sport diventano dei provetti Commissari Tecnici; quando lo spread supera i 400 punti automaticamente diventiamo tutti economisti eccetera…
Chiaro ed inevitabile che, nell’attuale fase di stallo della politica, bloccata tra chi chiede di fare subito un Governo (inevitabilmente di “larghe intese”) e chi vorrebbe intanto far iniziare a lavorare il Parlamento convocando le Commissioni permanenti, un po’ tutti diventassero esperti e docenti di diritto costituzionale.
Al di là dell’ironia, nelle ultime settimane sui media italiani si è potuto sentire e leggere di tutto.
Tutto iniziò subito dopo le elezioni, quando il professor Paolo Becchi, docente di filosofia del diritto all’Università di Genova, formulò la teoria della “prorogatio”. Egli affermò cioè che, a norma di Costituzione, il Parlamento avrebbe potuto iniziare a lavorare da subito e, in attesa della formazione di un nuovo Governo, doveva considerarsi ancora in carica, sebbene solo per l’ordinaria amministrazione, il Governo Monti. Sui media, di destra e di sinistra, fu un coro di sberleffi al Professore, ma i fatti (e il Presidente Napolitano, verso cui nessuno, ovviamente, osò obiettare alcunché) gli diedero ragione.
il prof. Paolo BecchiPoi, come accennato, è iniziato il braccio di ferro sulle commissioni. I parlamentari del MoVimento 5 Stelle (e da un paio di giorni anche una fronda di giovani eletti del PD guidati da Pippo Civati) chiedono con forza la loro convocazione, mentre i gruppi dirigenti di PD, PDL e Scelta Civica insistono sulla necessità di formare prima un governo, urgenza tuttavia non prevista tuttavia dalla Costituzione, ma soltanto legata ad una “consuetudine”.
Tra tante analisi e controanalisi è tuttavia “sfuggito” ai più un dato eclatante, ovvero la palese violazione dell’articolo 122 della Costituzione. Tale articolo infatti stabilisce che “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento o ad un altro Consiglio regionale o ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo”. Il divieto dei doppi incarichi è dunque espressamente previsto dalla nostra Costituzione.
A violare palesemente tale articolo sono ben 35 parlamentari, equamente ripartiti tra i vari gruppi, con le sole eccezioni di MoVimento 5 Stelle e Lega Nord (dopo le dimissioni da Parlamentare del Governatore del Piemonte Roberto Cota).
Nel 2011 inoltre è stata introdotta una nuova limitazione (Art. 13, comma 3 L.148/2011) che vieta il doppio incarico anche ai parlamentari che siano anche sindaci di comuni con oltre 5.000 abitanti o presidenti di Provincia.
In questo caso i parlamentari “irregolari” diventerebbero addirittura 176, in larga parte nel Partito Democratico (95), seguiti da PDL (34), Lega Nord (27), Scelta Civica (10) e SEL (9).
Poi c’è chi esagera… Ben 48 parlamentari (22 dei quali del PD) hanno un triplo incarico e 7 (3 del PD, 2 PDL e 2 Lega Nord) addirittura quadruplo! Quando si dice la disoccupazione…
L’elenco completo dei multi-incaricati è visibile sul blog nodoppioincarico.blogspot.it/ con l’indicazione delle cariche e i riferimenti Facebook e Twitter per “incoraggiare” il Parlamentare a dimettersi.
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