Armi indietro tutta. All’ultimo momento salta l’accordo bipartisan con un no del Senato statunitense che mette a repentaglio l’intera riforma intavolata da Obama, dopo le stragi che hanno insanguiato gli Stati Uniti negli ultimi mesi.
Nuovo stop sul controllo delle armi in USA
Dopo le continue stragi in Usa ad opera di squilibrati, le armi sono finite nuovamente nel mirino della politica e dell’opinione pubblica ma la lobby, potentissima delle armi, è riuscita nuovamente a spuntarla. E’ saltato, infatti, l’accordo bipartisan che doveva introdurre dei controlli di background sugli acquirenti di armi da fuoco.
La proposta era abbastanza blanda e piuttosto elementare e non prevedeva nè una restrizione generale nè un divieto bensì obbligava, semplicemente, il venditore a fare un controllo sulla banca dati federale circa gli eventuali precedenti penali o malattie mentali dell’acquirente. All’inizio era stata proposta sia dai democratici che dai repubblicani con il benestare di Obama ma, all’ultimo, anche questa che sembrerebbe una proposta più di buonsenso che un obbligo di legge, non ha ottenuto il quorum necessario ed è stata bocciata.
“Oggi è una giornata vergognosa per Washington” ha dichiarato indignato Barack Obama, la cui ira si percepisce a distanza, il controllo delle armi doveva essere un primo passo verso la normalizzazione di una situazione divenuta ad un tratto insostenibile e a nulla sono serviti gli accorati interventi pro regolamentazioni di personaggi molto noti nel panorama mondano e politico, persino l’intervento di una delle mamme dei bimbi uccisi nella strage di Newtown è riuscito ad ammorbidire le posizioni dei senatori repubblicani.
La National Rifle Association è la lobby delle armi da fuoco negli Usa ed è potentissima; in alcuni collegi elettorali, riesce persino a muovere grandi quantità di voti, arrivando ad influenzare, pesantemente, l’elezione di un candidato rispetto ad un altro. Al momento in cui è stato decretato il voto palese, molti membri del congresso non hanno retto la pressione e si sono lasciati convincere, lavorati ai fianchi dai potentissimi lobbisti di Washington.
La bocciatura dell’accordo arriva in un momento drammatico per gli Usa, con l’attentato alla maratona di Boston, l’esplosione in Texas e, come se non bastasse, le minacce arrivate via posta contenente ricina al presidente Obama e ad alcuni senatori favorevoli al controllo sulle armi.
“Non finisce qui”, promette Obama, “la mia Amministrazione farà di tutto contro la violenza” ma per ora non ci resta che constatare come una strage di bambini, quella di Newtown e mille altre sparatorie dovute semplicemente ad una massiccia presenza di armi da guerra tra la popolazione Usa, sia stata inutile, in attesa di un nuovo massacro e di una nuova ondata di indignazione.
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