Si terrà oggi, mercoledì 21 novembre, un vertice a palazzo Grazioli tra Alfano e Berlusconi per fare chiarezza sulla situazione sul da farsi. Per ora il PDL sembra nuotare in un mare di incertezza, dal momento che continuano a comparire nomi di nuovi possibili candidati ed altrettanti nomi di rinunciatari. Sembra che nessuno voglia davvero candidarsi nel partito, che molti lo facciano solo perché gli vieni chiesto, altri per mettersi in mostra, altri sono solo nomi usati temporaneamente per tener buona la curiosità della stampa e degli elettori. Il risultato di tutto ciò è un clima di caos che il partito dovrebbe placare il più presto possibile, se vuole riguadagnare credibilità. La possibile ricandidatura di Berlusconi è un esempio perfetto del clima che si vive: un giorno l’ex premier rilascia dichiarazioni in cui conferma la volontà di ricandidarsi, il giorno successivo smentisce dicendo che ha già fatto abbastanza e bisogna lasciar spazio a volti nuovi. Cosa nasconde questo atteggiamento? Nasconde il fatto che non sanno più quali pesci pigliare, ma per continuare a far parlare di sé rilasciano dichiarazioni contrastanti, incrementando la curiosità da parte dei giornalisti e della popolazione che vorrebbero capire qual è la versione definitiva dei candidati alle primarie del PDL.
E quale potrebbe essere l’ultimo annuncio di oggi? Le primarie del PDL potrebbero essere addirittura archiviate, se Berlusconi e Alfano decidessero a tavolino un candidato che metta d’accordo le correnti interne al partito. Forse in alcuni casi un po’ di forzatura è meglio che un’eccessiva democrazia in cui tutti sono liberi di candidarsi e ritirare la candidatura 5 minuti dopo, peccando di serietà e credibilità.
Ma perché dovrebbero saltare le primarie? Perché ormai non c’è più tempo! Mentre le primarie del centrosinistra, decise da mesi, sono fissate per domenica 25 novembre, le primarie del PDL non sono mai state confermate (prima non si dovevano fare, poi si dovevano fare, ma in più giornate, poi solo il 16 dicembre) e, con l’election day fissato per il 10 marzo 2013, ora potrebbe essere troppo tardi, soprattutto per far conoscere volti nuovi. Il rischio? Che si candidi l’ennesimo personaggio “vecchio” (politicamente, non di età) già visto e rivisto, ma che almeno è conosciuto.
Alfano nei giorni scorsi ha dichiarato: “chi pensa che io rompa con Berlusconi si sbaglia”. E giustamente: dopo aver bruciato il nome di Alfano come possibile candidato alle politiche già dall’anno scorso, ora al segretario del partito non rimane altro da fare che stare dalla parte di Berlusconi (che all’interno del PDL rimane ancora l’ultimo decisore supremo) sperando di guadagnarci qualcosa (banalmente, voti che lui da solo non prenderebbe mai). Proprio per questo, oggi, i due si incontreranno a palazzo Grazioli e lavoreranno ad un piano strategico per le elezioni politiche e regionali del prossimo 10 marzo. Innanzitutto le liste vanno presentate, quindi vanno trovate persone che ne vogliono far parte!
Insomma, la situazione della politica italiana appare sempre più confusionale e caotica: il centrosinistra, frammentato in correnti tra il “troppo centro” e la “troppa sinistra”, farà le primarie (25 novembre) facendo scegliere alla maggioranza degli elettori quale corrente far prevalere; il centrodestra, dopo aver passato mesi a bruciare possibili candidature, si è ridotto all’ultimo e pare che solo una decisione possa ora decidere il futuro del partito e delle elezioni politiche italiane del prossimo 10 marzo.
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