Esposto del Codacons al Consiglio di Stato, dopo una movimentata udienza chiesta la sospensione del giudizio.
Il Colosseo a RomaColosseo: nel corso dell’udienza l’associazione ha prodotto alcuni importanti documenti che sollevano pesanti dubbi circa la regolarità del contratto di sponsorizzazione
Colosseo: a seguito della presentazione di nuova documentazione da parte del Codacons la seduta di ieri del Consiglio di Stato è stata molto movimentata, ma quali sono e cosa dicono i nuovi documenti presentati dall’associazione dei consumatori inerenti il bando di concorso sul restauro del Colosseo?
Cominciamo dall’inizio: il 4 agosto 2010 viene indetto un bando che prevede la sponsorizzazione per il solo periodo del restauro. In particolare il bando prevedeva all’articolo 7 che “La disponibilità dei diritti d’uso è stabilita per la durata dei lavori prevista dal ‘Piano degli Interventi’, decorrente dalla data di effettiva consegna dei cantieri, e non può essere protratta oltre, anche in presenza di eventuali proroghe dei termini di esecuzione degli interventi motivatamente concesse dalla Soprintendenza vigilante”, il che tradotto, anche alla luce degli altri punti del bando, stava a significare più o meno che il vincitore del bando poteva beneficiare del monumento in esclusiva per sponsorizzare il proprio marchio, ma solo per una durata ben delimitata che corrispondeva alla durata dei lavori più ulteriori due anni successivi.
Tuttavia si arriva, il 21 gennaio 2011, al contratto privato stipulato tra Della Valle e l’allora Commissario per le Aree Archeologiche di Roma e Ostia Antica Roberto Checchi il 21 gennaio 2011. L’accordo prevede la costituzione dell’associazione “Amici del Colosseo”. Il suo logo, si legge nell’atto, potrà essere sfruttato per 15 anni oltre il termine dei lavori.
Il Codacons si chiede in una nota:
“come fece il termine perentorio sui diritti d’uso a passare dai due anni oltre il termine dei lavori ai due anni oltre la fine dei lavori più ulteriori 15 attuali? Chi è intervenuto tra il 30 dicembre 2010 e il 21 gennaio 2011 ad inserire nel contratto di sponsorizzazione l’associazione Amici del Colosseo facendo lievitare gli anni di uso esclusivo dei diritti sul monumento ed enormemente il valore del contratto? Non solo, con le note n. 268 e 269 del 10.01.2011 la P.A. ribadiva ai concorrenti RYANAIR e FIMIT i limiti fissati dall’art. 7 del bando. Come mai a Ryanair e Fimit non fu detto che la durata dell’esclusiva poteva essere di oltre 15 anni dopo il termine dei lavori? L’estensione temporale dei diritti, infatti, molto probabilmente avrebbe spinto le società a una lotta serrata per accaparrarsi i lavori di restauro del Colosseo”
In poche parole il codacons contesta il fatto che il cambiamento delle regole dopo l’assegnazione abbia favorito il gruppo Tod’s, vincitore del bando, attribuendo un surplus che avrebbe fatto gola a molte altre aziende concorrenti e che, ovviamente, se l’avessero saputo avrebbero partecipato al bando con un altro tipo di offerta.
Inoltre si sospetta che dietro questo cambio ingiustificato di regolamentazioni possano esserci altri illeciti.
Insomma, a poche settimane dalle elezioni comunali, l’affaire Colosseo è un’altra tegola sul capo del sindaco uscente, già messo alla berlina dall’inchiesta di Report della scorsa settimana.
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