Il social network made in Italy: CircleMe è entrato recentemente nella top 20, tra le migliori applicazioni mobili al mondo.
Circleme, un social Network tutto Italiano.
Ha aperto ufficialmente al pubblico poco meno di un anno fa (dopo sei mesi di beta testing) ed ha subito riscontrato un notevole successo, il social network made in Italy CircleMe. Nato dall’incontro delle idee di due esperti di internet come Erik Lumer, specializzato in StartUp e Giuseppe D’Antonio, ex manager di Google Italia nonchè amministratore delegato di Cascaad, la società che ha poi effettivamente sviluppato l’App, CircleMe è stata nominata come una delle migliori 20 app al mondo al recente Barcellona World Congress.
Cos’è CircleMe? E’ un’idea innovativa molto semplice: creare un social network dove le persone sia aggreghino per interessi. “CircleMe è un social network degli interessi personali” ci spiega Giuseppe D’Antonio CEO di CircleMe “l’utente crea un profilo e sviluppa delle connessioni attraverso i propri interessi. Su CircleMe ci si conosce sulla base dei gusti o delle passioni in comune”, esattamente il contrario di ciò che avviene su Facebook dove ci si conosce per amicizia e non per interessi particolari.
Oltre ad essere presente sul web come un classico social network, CircleMe è entrato nella classifica delle migliori app al mondo grazie alla versione mobile, “un sistema che permette di geolocalizzare qualunque passione o interesse in un posto fisico, piantandoli su una mappa. In questo modo chi capita sullo stesso luogo vede quello che hanno scritto altri utenti, e può aggiungere ulteriori dettagli. Il sistema poi ti notifica anche le informazioni in base ai tuoi gusti. Se ad esempio hai inserito un cantante tra i tuoi gusti musicali e ti capita di passare in un posto dove suonerà o ha suonato in passato, ti arriva una notifica. Un meccanismo innovativo mai realizzato prima”.
La maggiore innovazione di CircleMe sembra essere proprio la possibilità di geolocalizzare i propri interesse in giro per la città (o il mondo se preferite), segnalando cosa piace all’utente e cosa vorrebbe fare. Secondo Erik Lumer “quello che vogliamo fare, è promuovere la cultura, aiutare gli utenti a scoprire nuove persone con le quali potenzialmente sviluppare una relazione perché apprezzano gli stessi libri, film, luoghi e pagine web”.
Così come Atooma, anche gli sviluppatori di CircleMe parlano della difficoltà nel reperire fondi in Italia dove spesso i progetti vengono presi in considerazione con tempi di decisione biblici e, nel frattemo, la concorrenza straniera avanza. Non sarebbe la prima volta, ci spiegano, che si parta tra gli entusiasmi e si concluda con un nulla di fatto facendo sono perdere del tempo prezioso, per delle risorse che non arriveranno mai. Per chi ha fatto del venture capitalism il proprio settore di riferimento, come negli Stati Uniti, il tempo è denaro e l’interesse per un progetto viene mostrato immediatamente con l’afflusso di capitali utili allo sviluppo.
Grande comunque la soddisfazione per aver portato due app mobili nel gotha delle migliori al mondo, pur dovendo lottare con problemi molto più contingenti dei competitors stranieri.
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