Cipro è una piccola isola, ma da alcuni giorni è anche al centro dell’attenzione dei mercati finanziari internazionali. L’isola di Cipro infatti è sull’orlo del fallimento. La piccola nazione, entrata a far parte dell’Unione Europea nel 2004, ha adottato l’Euro come moneta dal primo gennaio 2008.
La moneta unica tuttavia è stata adottata solo dalla parte meridionale dell’isola. La parte settentrionale infatti, autoproclamatasi come “Repubblica Turca di Cipro del Nord” nel 1983, adotta la Lira Turca.
L’Unione Europea per evitare il fallimento di Cipro è pronto ad offrire all’isola un piano di salvataggio da 10 miliardi di euro. In cambio di tale somma il governo cipriota ha pensato una soluzione assolutamente drastica ed impopolare.
Cipro: governo sta per varare prelievo forzoso e chiude le banche
Il Parlamento di Cipro voterà domani, dopo una serie di rinvii, una norma che imporrà il prelievo forzoso dai conti correnti dei cittadini ciprioti pari al 6,75% sui conti con importi inferiori ai 100mila euro e addirittura del 9,9% sui conti con importi superiori.
Il solo annuncio di tale incredibile prelievo ha provocato la corsa dei correntisti ciprioti agli sportelli per ritirare i propri risparmi, mossa alla quale la Banca Centrale di Cipro, in accordo con il Governo, ha deciso di chiudere tutti gli sportelli bancari! Le banche dell’isola resteranno chiuse fino a mercoledì.
In tutta l’Isola di Cipro, comprensibilmente, la rabbia dei correntisti sta montando come un fiume in piena.
La proposta, a quanto pare, sarebbe stata formulata dai Ministri delle Finanze europei. Nessuno di loro tuttavia vuole prendersi la paternità di tale proposta e molti, anzi, la criticano apertamente. Wolfgang Schaeuble (Ministro delle Finanze tedesco), ad esempio afferma: “Il prelievo sui depositi sotto 100mila euro non è stata un’idea del governo tedesco. Se si trova un’altra soluzione noi non avremmo il minimo problema”.
Ancora più duro l’ex premier belga Guy Verhofstadt: “manca poco che sia una rapina in pieno giorno”.
E se una cosa simile succedesse anche in Italia? In molti, evidentemente, se lo chiedono. Il Presidente della Consob Giuseppe Vegas lo esclude, affermando che non si possono fare paragoni con Cipro, trattandosi di una piccolissima nazione.
Un precedente, tuttavia, proprio in Italia c’è e ancora brucia a molti correntisti. L’11 luglio 1992 il Governo Italiano, guidato dal socialista Giuliano Amato (attualmente uno dei papabili come Presidente della Repubblica) approvò un decreto legge in cui veniva deliberato il prelievo forzoso (retroattivo al 9 luglio) del 6 per mille dai conti correnti bancari per un “interesse di straordinario rilievo in relazione a una situazione di drammatica emergenza della finanza pubblica”. Le eccezioni di incostituzionalità di tale decreto vennero poi respinte dalla Corte Costituzionale, il che potenzialmente non impedirebbe una ripetizione in futuro di iniziative simili.
La decisione del Governo Amato servì per “salvare l’Italia” dal dissesto. Molto più criticamente il giornalista Marco Travaglio definirà in seguito tale prelievo forzoso (comunque di oltre dieci volte inferiore per i conti con importi inferiori rispetto a quello che sta per essere approvato a Cipro) lo “scontrino finale di Tangentopoli”.
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