Un censimento sul rischio che tutti gli apparati informatici corrono, in caso fossero attaccati. Un ignoto ricercatore ha studiato la rete e ne ha stilato un rapporto.
Quanto è vulnerabile la rete mondiale? Uno studio non ortodosso lo svela
Un ignoto ricercatore ha pensato di studiare la vulnerabilità degli apparati informatici connessi alla rete con un metodo poco ortodosso: infettando le macchine con un codice per saggiarne la sicurezza ed ottenere dei dati, a scopo scientifico, per realizzare il suo censimento sull’insicurezza informatica mondiale. I risultati non sono stati affatto incoraggianti.
L’autore del censimento, chiamato Internet Census 2012, che per ora è rimasto anonimo, si potrebbe racchiudere in una molteplicità di figure: hacker, studioso e malware writer ed ha usato le sue capacità per infettare, come si suol dire mezza internet. Il codice usato dall’anonimo ricercatore, ha fatto breccia non solo su dispositivi connessi alla rete che normalmente si protegge, come computer o server ma anche su apparati che in alcuni casi non avrebbero nulla a che fare con la rete internet come router e stampanti.
Sguinzagliando il proprio codice malevolo, ma a fin di bene, il censimento ha raggiunto 420 milioni di dispositivi sui 52 miliardi interpellati. Il malware è stato studiato per inserirsi all’interno degli apparati dopo che questi avevano risposto positivamente alla richiesta di ping, estremamente leggero, pesa tra i 46 ed il 60 Kbyte a seconda del processore installato sul dispositivo infetto ed è corredato di un file di testo per comunicarne la finalità accademica e spiegare l’idea del censimento sulla sicurezza dei dispositivi in rete. Per rendere lo studio quanto più fattibile possibile, il ricercatore ha studiato il malware in modo che risultasse completamente invisibile ed influisse nel minor modo possibile sul normale funzionamento dell’apparato infetto.
I risultati ottenuti dal malware, che ha fatto confluire i dispositivi nella botnet chiamata “Carna”, sono stati una serie di dati ed una mappa dell’insicurezza informatica globale, principalmente focalizzata nelle zone più tecnologicamente evolute del nostro pianeta, come Europa, USA, Asia orientale e Giappone. Un modo sicuramente non ortodosso per ottenere un censimento delle aree più a rischio e partire, nel più breve tempo possibile, con la messa in sicurezza per evitare spiacevoli inconvenienti, nel caso che al posto del ricercatore, si trovasse un’agguerrito gruppo di hackers, come quelli che stanno attaccando sistematicamente le più grandi aziende mondiali.
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