La famiglia di un programmatore fa causa a Facebook: è stato inventato in Olanda nel 2001 dal loro congiunto scomparso poi nel 2004.
La vicenda parte quando nel 2001 il programmatore olandese Everardus Jozef Van Der Meer deposita all’ufficio brevetti due idee: una cosa molto simile alla timeline di Facebook (brevetto numero 6,415,316) ed un sistema di apprezzamenti che ricorda molto da vicino il famossissimo “Mi Piace” croce e delizia di quasi un miliardo di persone (registrato con brevetto numero 6,289,362).
L’idea di Van Der Meer era quello di creare una specie di diario online, un embrione del sito social di Zuckenberg, e, tra il 2001 ed il 2002 deposita i suoi due brevetti e registra il dominio surfbook.com senza però usarlo mai. L’idea era quella di creare questo diario online, condivisibile ed interattivo ma il programmatore non fa in tempo a concretizzare la sua idea in un’applicazione pratica visto che muore poco dopo, nel 2004, ironia della sorte, proprio l’anno in cui Facebook è stato lanciato.
La sua famiglia di Van Der Meer, tramite l’agenzia olandese Rembrandt, specializzata in copyright e brevetti, ha richiesto il riconoscimento del pulsante Mi Piace come proprio, richiedendone la paternità fino al 2021. Secondo la famiglia e l’agenzia, ciò che si stava creando in California ad opera di Zuckenberg non era tutta farina del suo sacco, bensì, aveva ottenuto un grande aiuto traendo ispirazione dal lavoro del programmatore deceduto, mettendolo poi in concreto creando Facebook. Il sito in blu, è riuscito a calamitare l’utenza social di un miliardo di persone, fino ad arrivare ad essere abbastanza potente da essere quotato in borsa.
Mark Zuckenberg non è nuovo ad accuse di questo tipo. Ha dovuto sostenere almeno un paio di grandi cause legali contro i gemelli Vinklevoss che lo accusano il creatore di Facebook di essere stati “derubati delle idee base” dietro il sito in blu. Successivamente una grande transazione economica tra i tre ha posto fine alle ostilità ma ora, l’esito di questa nuova causa è assolutamente incerto. Se un indennizzo economico è la soluzione più probabile, per Facebook potrebbe essere all’orizzonte anche un problema molto più serio di un risarcimento, infatti, se i giudici ritenessero giuste le recriminazioni della famiglia del programmatore scomparso, potrebbero decretare un nuovo assetto societario che avrebbe ripercussioni enormi sia a Wall Street dove Facebook è quotat,o ma anche in California a Palo Alto, sede del social network più famoso del mondo.
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