Silvio Berlusconi, indagato per presunta frode fiscale nel processo d’appello sui diritti TV Mediaset, rischia la condanna in secondo grado di 4 anni dopo che il sostituto procuratore generale Laura Bertolè Vialeconferma ha chiesto la conferma della condanna già ricevuta in precedenza.
Berlusconi rischia 4 anni di reclusione
L’ex premier ha rilasciato in giornata alcune dichiarazioni in riguardo al processo d’appello per quanto riguarda l’accusa di presunta frode fiscale sui diritti TV Mediaset, ma il sostituto procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna di 4 anni ricevuta in precedenza, ha infatti dimostrato che “anche dopo la discesa in politica, Berlusconi seguiva di persona l’attività delle sue aziende e aveva sempre l’ultima parola”.
La conferma della condanna è stata chiesta anche da parte dell’avvocato di parte civile, che oltre a questo, ha chiesto, a Berlusconi e agli altri imputati, anche il pagamento di 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate per i danni provocati dall’evasione portata avanti nel corso degli anni da Mediaset con giri falsi di vendite e di acquisti.
Per il presidente Mediaset, Fedele Confalonieri, sono stati chiesti 3 anni e 4 mesi di reclusione anche se in primo grado era stato assolto dal tribunale di Milano, non è l’unico, infatti il pg ha chiesto anche la conferma della condanna di reclusione per 3 anni nei confronti di Frank Agrama accusato di essere il socio e l’agente di Berlusconi in questa faccenda.
Domani in aula parlerà la difesa di Fedele Confalonieri, assolto in primo grado, i difensori di Berlusconi invece, saranno in aula il 9 marzo per evitare la condanna in secondo grado di Silvio che ha spontaneamente dichiarato: “Io sono totalmente estraneo alla situazione che mi viene contestata, e nel periodo 2002/2003 ero presidente del Consiglio e non mi sono mai occupato di diritti televisivi”, infine aggiunge: “la sentenza è stata una grande cantonata“.
Il Cavaliere conclude la sua spontanea difesa dicendo: “Invece di avere avuto la medaglia d’oro dalla stato per avere dato lavoro a 56 mila persone sono stato condannato a 4 anni di carcere e a interdizione dei pubblici uffici” e ricordando che da quando è sceso in politica “il mio gruppo ha versato quasi 6 miliardi di tasse”.
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