Le controverse dichiarazioni del Cavaliere sulla condotta politica di Benito Mussolini catturano l’attenzione dei “fascisti del nuovo millennio” di Casapound, che si esprimono attraverso un’intervista al loro capo, Gianluca Iannone.
Silvio Berlusconi durante l’ormai celebre intervista del 27 gennaio“Il fatto delle leggi razziali è la peggiore colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi invece aveva fatto bene”, questa l’ormai celebre dichiarazione rilasciata il 27 gennaio dal Cavaliere a margine di una manifestazione commemorativa nell’ambito della Giornata della Memoria a Milano e subito smentita, ridimensionata, modificata nella sostanza da rettifiche varie. Ma l’uscita del candidato alla Presidenza del Consiglio non fatica a trovare consensi, in particolare nella fetta di quella destra estrema che si rifà “alla filosofia ed alla concezione dello stato sociale di Mussolini”; sono i cosiddetti “fascisti del nuovo millennio” di Casapound che non celano la ‘vicinanza’ ai pensieri del patron di Arcore, attraverso un’intervista al loro leader-capo Gianluca Iannone pubblicata sull’Huffington Post: “Berlusconi ha detto la verità […] ciò che pensa la maggior parte degli italiani: Mussolini ha fatto cose buone”.
Secondo Iannone le cose buone sarebbero da rintracciare “nelle bonifiche, nello Stato sociale, nell’industria e nell’alfabetizzazione della nazione”, mentre le libertà soppresse si ritrovavano a destra come a sinistra secondo il capo di Casapound, che sulle responsabilità nella questione ebraica da parte del fascismo si lascia andare alla descrizione di una “gestione armoniosa” della situazione da parte italiana, chiudendo poi con l’inevitabile apertura ad un dialogo con Berlusconi sottolineando però che “alle parole devono seguire i fatti”.
Intanto la questione resta all’ordine del giorno. Sul web, con siparietti revisionisti accostati ironicamente a personaggi dell’immaginario mitico e cinematografico, da Sauron a Tony Montana fino al tradizionale invito di Massimo Troisi a fare del duce semplicemente “un capostazione”, passando per dichiarazioni sdegnate e rievocazioni delle passate gaffes di Silvio Berlusconi o elogi di chi evidenzia un’inevitabile sintonia con opinioni tanto diffuse. L’equazione, in sostanza, non sembra affatto cambiata: nel bene o nel male purché se ne parli.
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