Il primo punto del programma del MoVimento 5 Stelle di Beppe Grillo in vista delle prossime elezioni è l’attuazione del “Reddito di cittadinanza”. Di cosa si tratta e come funziona?
Il Reddito di cittadinanza, detto anche “reddito minimo garantito”, è uno strumento applicato da anni in quasi tutti i paesi europei. Con diversi nomi e forme è infatti già in vigore in Germania (dove lo Stato garantisce contributi per l’affitto e per le spese di riscaldamento delle abitazioni), Inghilterra (rendita individuale illimitata a partire dai 18 anni a coloro i quali non hanno redditi tali da garantire un’esistenza dignitosa oltre a contributi sull’affitto, contributi alle famiglie e integrazioni salariali a chi ha un lavoro con un monte orario settimanale inferiore alle 16 ore), Francia, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Norvegia ed Austria.
Il caso francese è inoltre particolarmente interessante. Il “revenue de solidarieté active” è un contributo pagato dal governo a 1,8 milioni di francesi (il dato è del 2010), il 30% dei quali ha già un lavoro. Si tratta di un contributo finalizzato sia al sostentamento che al raggiungimento di un miglior livello sociale. Durante il periodo in cui il cittadino francese percepisce il RSA deve cercare obbligatoriamente lavoro. Lo Stato gli propone fino a tre proposte di lavoro giudicate idonee al profilo professionale della persona interessata. Qualora egli rifiutasse tutte e tre le proposte il contributo decadrebbe. Il reddito di cittadinanza francese è finanziato attraverso gli introiti della tassazione sulle rendite finanziarie.
La proposta del MoVimento 5 Stelle è un mix di queste esperienze. Si tratterebbe di un reddito minimo garantito per alcune categorie di persone, tra cui giovani appena usciti dal mondo della scuola, disoccupati ed esodati, da pagare mensilmente per due o – se possibile – tre anni. L’entità del reddito dovrebbe aggirarsi tra gli 800 e i 1.000 euro mensili e dovrebbe dunque assicurare un tenore di vita dignitoso. Varrebbe inoltre l’opzione delle tre offerte di lavoro dopo le quali, in caso di rifiuto, decadrebbe il beneficio.
Dove prendere i soldi? Beppe Grillo nel suo Tsunami Tour ha ribadito in più occasioni che i soldi ci sono, facendo un elenco delle azioni da fare per recuperare denaro. Innanzi tutto dall’abolizione dei cosiddetti rimborsi elettorali (circa 200 milioni di euro l’anno senza contare i contributi per elezioni regionali e referendum) e dei finanziamenti all’editoria (130 milioni l’anno), abolizione delle province (500 milioni l’anno secondo una stima –che appare comunque molto bassa- del governo Monti), abolizione delle “pensioni d’oro” imponendo un limite massimo di 3.000 o 4.000 euro al mese, a fronte di pensioni pagate ad alcuni fortunati supermanager che attualmente ammontano anche a 200 mila euro. Secondo una stima del 2011 fissando un tetto a 3mila euro lo Stato risparmierebbe fino a 7 miliardi l’anno. Grillo e il M5S propongono inoltre il taglio di spese militari giudicate inutili (come l’acquisto degli F35), il taglio delle auto blu e di numerosi privilegi per la cosiddetta Casta. Uno dei punti fondamentali del MoVimento di Grillo è inoltre lo stop di alcune cosiddette “Grandi Opere” giudicate inutili e dannose, a partire dal TAV Torino-Lione, che costerà circa 22 miliardi nei prossimi 20 anni. Ipotizziamo dunque un risparmio di un miliardo l’anno dal blocco del progetto TAV e almeno un altro dal blocco del progetto Ponte di Messina.
Orientativamente dunque supponiamo, a grandi linee, un “risparmio” annuo di circa 12 miliardi per lo Stato. Se questi soldi venissero impiegati per il Reddito di cittadinanza, ipotizzando la cifra più alta di mille euro mensili, ci sarebbero soldi sufficienti a pagare il reddito a un milione di persone.
Se poi si abbassasse l’importo mensile ad 800 euro mensili i beneficiari potrebbero essere 1.250.000 persone.
Se poi consideriamo i tantissimi altri sprechi del bilancio nazionale e dei bilanci regionali italiani… magari scopriremmo che il nostro Paese ha ancora grandi risorse economiche da destinare, magari, al miglioramento dei servizi scolastici e sanitari oltre magari ad abolire delle tasse che risultato particolarmente odiose ai più, come l’IMU sulla prima casa.
Un risparmio notevole su tutti? Forse non tutti sanno che le concessionarie di Stato titolari dei diritti sulle slot machines, le terribile macchinette mangiasoldi che hanno rovinato la vita a numerose famiglie, hanno un “debito” con lo Stato di ben 98 miliardi di euro! Lo Stato finora non ha preteso la restituzione di questi soldi, ma forse sarebbe ora che lo facesse…
I soldi ci sono dunque, il reddito di cittadinanza (e non solo quello) è assolutamente possibile.
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