Barry Commoner, è morto a New York. Padre del “Cerchio da Chiudere” riconobbe, fra I primi, le conseguenze tossiche del boom economico
Barry Commoner, fu uno dei padre fondatori dell’ecologia, uno dei primi a smuovere l’opinione pubblica in Usa sulla conseguenza delle materie tossiche.
Barry Commoner, morto all’età di 95 anni, fu un biologo, docente di fisiologia vegetale, all’università di Washington, approfondì lo studio delle interazioni tra virus e vegetali. Fondò nel 1966 il Center for the biology of natural systems.
E’ a Barry Commoner che si deve il trattato per la sospensione dei test atomici del 1963. La sua figura soprattutto negli Stati Uniti del secolo scorso è stata determinante per alcune scelte oculate, a tal punto che la rivista Times nel 1970 gli dedicò la copertina definendolo un Paul Revere dell’ecologia, paragonandolo cioè all’eroe della Guerra d’Indipendenza americana, per i suoi studi e gli sforzi come scienziato-attivista per rendere visibile, a tutta l’opinione pubblica, il danno provocato dai prodotti della nostra vita quotidiana.
Prodotti con un alto potere inquinante che, negli anni ’50 e ’60, erano sopravvalutati per la loro comodità ma sottovalutati per il fattore inquinamento derivato dal loro utilizzo.
Ma non solo, Barry Commoner sosteneva che:
I cittadini hanno il diritto di conoscere i danni per la salute dei prodotti che usiamo nella vita quotidiana.
Oggi, alla luce del 2012, tutto questo può, per molti, sembrare anche scontato ma non dimentichiamo che, 60 anni fa, si era nel pieno dello sviluppo industriale.
La plastica, il moplen, gli spray chimici erano in pieno sviluppo ed erano anche supportati da forti campagne pubblicitarie. Anche da noi in Italia, le nuove plastiche, tra cui il moplen, stavano invadendo il mercato, noncurante di sviluppare una adeguata tecnica di riusi e di smaltimento.
Il moplen, per esempio, qui in Italia, ebbe una campagna pubblicitaria capillare. La pubblicità di questo nuovo materiale plastico, ebbe, come testimonial, un famoso comico televisivo degli anni ’60 Gino Bramieri.
Il successo e le vendite del moplen salirono vertiginosamente e, per via del forte impatto sul mercato che ebbe, sia per praticità, che per leggerezza e svariate forme di utilizzo, l’invasione di quel particolare materiale plastico, dura anche ai giorni nostri.
Purtroppo però, per operare una crescita ed uno sviluppo con l’ausilio di questi materiali, sarebbe stato necessario sviluppare una sensibilità d’opinione verso l’ambiente che non c’era ancora.
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Barry Commoner non fu l’unico, in quegli anni, a far suonare l’allarme ambiente ma sintetizzò il tutto nell’immagine di un cerchio che si chiude. il cerchio che si chiude rappresentava il completamento del ciclo di un prodotto con la sua chiusura, c’era la consapevolezza di aver agito per il bene dell’ambiente e quindi anche per il nostro bene.
Nel “Cerchio da Chiudere” Barry Commoner aveva indicato quattro leggi fondamentali dell’ecologia:
“Ogni cosa è connessa con ogni altra; ogni cosa deve finire da qualche parte; la natura è l’unica a sapere il fatto suo; non si distribuiscono pasti gratuiti, nel senso che le risorse della Terra sono limitate e bisogna contenere gli sprechi”.
Tutte queste frasi, ripeto, oggi possono sembrare quasi banali ma forse “solo” perchè hanno iniziato a “girare” in quegli anni, oggi possono essere considerate scontate anche se, ancora poco si fa per chiudere realmente il cerchio di ogni prodotto immesso sul mercato.
I suoi primi esperimenti con il Ddt lo avevano portato a sposare quello che gli scienziati chiamano il “principio precauzionale”, e cioé che, una nuova sostanza chimica o una nuova tecnologia non debba essere introdotta nella società se c’é motivo di temere che possa porre danni significativi per la salute.
Influenti anche i suoi lavori sull’atomo: le ricerche sugli effetti globali del fallout radioattivo contribuirono all’adozione del Trattato per il bando degli esperimenti nucleari del 1963.
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