La sera dell’1 giugno la Pastorale giovanile diocesana ha organizzato a Mesagne, città del brindisino in cui viveva Melissa, la ragazza rimasta uccisa nel vile attentato del 19 maggio scorso,una veglia per ricordarla e non sepellire l’accaduto, che già è stato abbandonato dall’attenzione mediatica e non se ne parla più. La veglia svoltasi nel piazzale antistante la parrocchia santuario ‘Mater Domini’ di Mesagne voleva soprattutto dare forza e pregare per le ragazze rimaste ferite nell’esplosione con ustioni estese sul corpo; infatti in maniera più o meno grave sono rimaste segnate dalla tragedia: Selene,Veronica,Vanessa, Azzurra e Sabrina.
Sempre tante le persone che hanno partecipato al raccoglimento, che già avevano dimostrato una grande vicinanza alle famiglie coinvolte nella tragedia durante i funerali di Melissa e anche attraverso gesti spontanei come quello di un gruppo di ragazzi andato a manifestare e urlare giustizia nel cortile della scuola Morvillo Falcone, per solidarietà con le alunne della scuola ancora sotto shock.
Intanto in questi stessi giorni sono andate avanti le complicate indagini per cercare di punire il colpevole di questa tragedia e le stesse ragazze ferite sono state ascoltate due giorni fa dagli inquirenti, compatibilmente con le loro condizioni di salute, per cercare di ricostruire gli eventi e magari raccogliere elementi utili.
Il procuratore della Direzione distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce Cataldo Motta non si sbilancia in affermazioni sullo stato delle indagini, che sono quantomai complesse e rischiose; è necessaria una cura e un’attenzione ad ogni minimo particolare. Lui stesso afferma in risposta alle domande dei giornalisti: “Lo dico e lo ripeto: questa è una indagine molto delicata. Non sarà breve”.
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