Due coniugi settantenni, provenienti da Magione, sono stati ricoverati la notte scorsa nella struttura ospedaliera di Perugia per intossicazione da funghi. I due hanno cominciato ad accusare sintomi da avvelenamento 3 ore dopo la cena a base di funghi e sono stati sotto osservazione: l’intossicazione è lieve e le loro condizioni fortunatamente non sono preoccupanti.
Nella notte si sono verificati altri due casi: un uomo di 69 anni ed una donna di 40 anni, che avevano mangiato funghi nella zona di Torgiano, sempre in provincia di Perugia.
Ogni anno in Italia, durante la stagione dei funghi, si ripresenta questo problema, ma purtroppo la situazione peggiora anno dopo anno invece di migliorare: ormai si tratta di una vera e propria emergenza, con numeri di intossicati molto più elevati rispetto a quelli dell’anno scorso. Infatti, negli ultimi 20 giorni almeno una decina di persone sono state ricoverate a causa di sintomi correlati all’assunzione di funghi.
Mario Capruzzi, primario del pronto soccorso del Santa Maria della Misericordiaha dichiarato: “Rispetto agli anni scorsi abbiamo avuto più ricoveri e accessi al pronto soccorso. Evidentemente non bastano gli appelli alla cautela”.
Il Centro AntiVeleni Niguarda di Milano ha stilato una lista di comportamenti da adottare per evitare intossicazioni e di precauzioni da prendere una volta che si è a rischio.
Ad esempio, la lista ricorda di non consumare funghi raccolti nei boschi prima di averli fatti controllare da un micologo esperto e se, dopo aver consumato dei funghi, compaiono sintomi quali di vomito o diarrea si raccomanda di contattare immediatamente un Centro Antiveleni. Inoltre, qualora ci si rechi direttamente in un Pronto Soccorso, è importante portare con sé eventuali resti dei funghi cotti, crudi o residuo di pulizia.
La tradizione ha da sempre suggerito rimedi caserecci, come l’aglio, il latte dopo i sintomi di intossicazione, il cucchiaio d’argenti: questi rimedi sono tutti privi di efficacia, come ha ribadito il Centro AntiVeleni di Niguarda .
Questo è quanto è stato dichiarato dal Centro: “I sintomi determinati dall’ingestione di funghi velenosi o non commestibili sono vari e in rapporto con la specie fungina implicata. In alcuni gravi casi, il fegato subisce danni irreparabili rendendo necessario, quando possibile, il trapianto dell’organo”.
Inoltre, riportiamo di seguito le fondamentali regole suggerite dal Centro antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano:
1. Mangiare solo funghi controllati da un micologo
2. Consumarne quantità moderate
3. Non somministrarli ai bambini
4. Non ingerirli in gravidanza
5. Consumarli solo se in perfetto stato di conservazione
6. Consumarli ben cotti e masticare correttamente
7. Sbollentarli prima del congelamento e consumarli entro 6 mesi
8. Non consumarli se raccolti lungo le strade o vicino a centri industriali o aree coltivate
9. Non regalarli se raccolti e non controllati
10. Attenzione ai funghi sott’olio: si può sviluppare la tossina botulinica
Commenti riguardo il post