La sfida a Matteo Renzi è lanciata. Dagli studi de “Le invasioni barbariche”, programma condotto da Daria Bignardi, il trentacinquenne Alessandro Di Battista non smentisce una sua possibile candidatura alla guida del MoVimento 5 Stelle nelle prossime elezioni politiche. Se dalla “non smentita” si arriverà poi a una effettiva candidatura sarà il tempo a dircelo, ma per il momento si registra senza dubbio la grande crescita di notorietà e anche di popolarità (non solo per le qualità di comunicatore e per le idee politiche espresse, come faceva notare Vanessa Ricciardi sul Fatto Quotidiano di ieri) del giovane romano, uno dei maggiori protagonisti delle due giornate di protesta del MoVimento 5 Stelle contro il decreto Bankitalia che ha trasferito, anche grazie all’adozione della “ghigliottina” sulla discussione decisa dalla presidente Boldrini, oltre 7 miliardi di euro dalle riserve della Banca d’Italia ad alcune banche private italiane.
Alessandro Di Battista, dalle Ande al Parlamento
Il cammino di Alessandro Di Battista, nato a Roma nel 1978, parte letteralmente da lontano. Reporter impegnato nella cooperazione internazionale prima in Guatemala, poi in Congo e infine sulle Ande, si forma politicamente vivendo a stretto contatto con alcune delle popolazioni più povere ed emarginate del mondo, a diretto contatto con quella “religione della depredazione” duramente attaccata in Aula nell’intervento del 3 ottobre (VIDEO), all’indomani dell’immane tragedia al largo di Lampedusa (“Io la povertà l’ho vissuta e l’ho vista, ma i più poveri che ho conosciuto, sono così poveri, che hanno soltanto i soldi!”).
Eletto alla Camera dei Deputati nelle elezioni del febbraio 2013, Di Battista si mette subito in evidenza fin dal primo intervento in aula (VIDEO), in occasione delle dimissioni del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola. L’intervento accalorato, durante il quale il giovane deputato 5 stelle chiede conto delle numerose contraddizioni legate alla vicenda dei marò italiani detenuti in India, diventa subito virale in Rete.
Da allora è stato un crescendo di intensità nei toni e nei contenuti. Interventi sempre più accalorati, screzi sempre più eclatanti con la Presidente della Camera Laura Boldrini, fino al “non offenda”, in risposta all’affermazione “Il PD è peggio del PDL” nella seduta del 10 settembre (VIDEO), all’indomani dell’occupazione del tetto della Camera in difesa dell’articolo 138 della Costituzione (battaglia poi vinta dai 5 Stelle) diventato una sorta di scena-simbolo delle sedute parlamentari degli ultimi tempi, diventato persino ispirazione per una hit musicale di Claudio Cannizzaro (Tutti pazzi per RDS) sulle note di “Applause” di Lady Gaga.
Alessandro Di Battista, un po’ per tutti Dibba, sta diventando sempre più una delle figure simbolo del M5S, insieme a Luigi Di Maio, Paola Taverna, Nicola Morra, Alessio Villarosa e Giulia Sarti. Sarà lui il capofila dei 5 Stelle in vista della sfida elettorale prossima ventura contro Matteo Renzi? Staremo a vedere.
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